La persona con disturbo da deficit di attenzione e/o iperattività (ADHD) presenta una configurazione anomala nel tracciato elettroencefalico EEG (Hughes & John, 1999).
La presenza di una quantità eccessiva di onde cerebrali lente nelle aree frontali del cervello comporta una difficoltà nel controllo dell’attenzione, del comportamento e delle emozioni: le persone che ne soffrono hanno purtroppo molto spesso problemi di concentrazione e/o di controllo degli impulsi e dell’iperattività (Hammond, 2011).
I sintomi tipici dell’ADHD dipendono in larga parte da questa ipoattività delle aree frontali del cervello ma queste alterazioni possono essere corrette con adeguati protocolli di neurofeedback (Lubar 1992).
Il neurofeedback si è dimostrato infatti efficace nel migliorare l’attenzione sostenuta e nell’aumentare la concentrazione (Marzbani, Marateb & Mansourian, 2016).
Molti studi hanno dimostrato che il neurofeedback ha un’efficacia superiore ai farmaci nel trattamento dell’ADHD, e con risultati più duraturi dopo il trattamento (Arns et al., 2020), tanto che anche l’associazione dei pediatri americani AAP (American Academy of Pediatrics), lo ha inserito come trattamento di Primo Livello (Best Support) tra le terapie efficaci e specifiche per l’ADHD.
Di seguito le conclusioni dell’American Academy of Pediatrics:
How the American Academy of Pediatrics reached the conclusion that EEG Biofeedback, (Neurofeedback) is a Level 1 Evidence-Based Practice for Attention and Hyperactivity, and other recent evidence of the efficacy of Neurofeedback for ADHD.
http://pediatrics.aappublications.org/…/S128.full.pdf+html.
Anche l’AAPB (Association fo Applied Psychophysiology and Biofeedback) e la ISNR (International Society of Neuroregolation & Research) ha inserito il neurofeedback nel livello più alto della scala di misura internazionale dei trattamenti per ADHD, dato che numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che è un trattamento efficace e specifico per questa tipologia di disturbi (Lavaque et al.,2002; Yucha C.B. & Montgomery D., 2008; Sacco, 2016).